DESCRIZIONE DEL PROCESSO DI PIROLISI E TERMOLISI

PirolisiIl più antico e conosciuto processo di pirolisi è la “carbonizzazione del legno”, che avviene a temperature comprese tra i 300 e 500 °C. Da tale processo si ricupera solo la frazione solida (carbone vegetale). In sostanza con il processo di pirolisi si trasforma un combustibile (biomassa) a bassa densità energetica (3.000-4.000 kcal/kg), in "un altro" con contenuto energetico più elevato (8.000-10.000 kcal/kg). Il processo di Pirolisi avviene, in assenza di ossigeno, nel campo di temperature tra i 350 e 600°C in cui le molecole delle sostanze organiche vengono trasformate in elementi più semplici.

I prodotti della reazione sono:

Nero fumo (Carbon black o char) @ 20-30% (in peso) -Frazione “solida” contenente residui a più alto peso molecolare, furani derivati e composti fenolici.

Olio combustibile (Pyro-oil) ~ 40-60% - Frazione “liquida oleosa” contenente acqua e composti organici a basso peso molecolare: alcoli aldeidi, acidi, chetoni.

Gas ~ 5-10% - Frazione “gassosa” a medio potere calorifico contenente CO, CO2, idrocarburi (CH4, C2H4, C3H6), H2O, H2.

Il controllo della velocità di svolgimento del processo permette di massimizzare la formazione delle frazioni più leggere (liquidi e gas - pirolisi veloce e temperature più elevate) o pesanti (char e liquidi - pirolisi lenta e temperature più basse). La percentuale di trasformazione, per singolo componente, è quindi strettamente legata alle condizioni del processo pirolitico.

La Pirolisi (o piroscissione) è un processo di decomposizione termochimica di materiali organici, ottenuto mediante l’applicazione di calore e in completa assenza di un agente ossidante (normalmente ossigeno). Nella pratica: riscaldando la biomassa in presenza di ossigeno avviene una combustione, per ossidazione, che genera calore e produce, appunto, composti gassosi ossidati. Viceversa, riscaldando la biomassa in assenza totale di ossigeno, il materiale subisce la scissione dei legami chimici originari con formazione di molecole più semplici. Il calore fornito nel processo di pirolisi è quindi utilizzato per scindere i legami chimici, attuando quella che è definita omolisi termicamente indotta. Tra i principali processi pirolitici sfruttati su larga scala spiccano il cracking industriale e il trattamento termico dei rifiuti. Prima del 1925 la pirolisi del legno costituì la fonte principale di metanolo, utilizzata attraverso i gasogeni, per l'alimentazione dei motori a scoppio. L’aumento esponenziale degli idrocarburi e dei gas naturali, utilizzati per lo più per la produzione di energia elettrica, ci hanno spinto a sperimentare “micro impianti” con potenze ≤ 15 Kw sufficienti a co-generare 3-5 Kwh di energia elettrica e altri 8-10.000 Kcal, utilizzando biomasse vegetali da scarti di processi industriali agroalimentari, tralci di potature agricole, derivati della lavorazione del legno e delle quote di RSU dove avviene la raccolta differenziata ecc. opportunamente "trattata e ridotta” sottoforma di pellet.
 
RELAZIONE TECNICA SULLE BIOMASSE LEGNOSE
 
PIROLISILe biomasse legnose sotto elencate, sono prodotti naturali non inquinanti e che danno un forte contributo nel campo del risparmio energetico. Sino all'anno 2000 le biomasse erano penalizzate da leggi assurde che le obbligavano alle discariche con il solo risultato di riempire quei siti e di sprecare una risorsa importantissima, oltre a gonfiare le tasche di "alcuni". Questi scarti si potevano trasportare solo con camion speciali e con permessi particolari, finno a quando un decreto della legge Ronchi modificò quella legge iniqua riclassificando le biomasse legnose, permettendo di recuperare molta energia sana e pulita che, se utilizzata con apparecchiature idonee, consente di ottenere dei risparmi enormi sugli altri combustibili: gas, gasolio, etc. con emissioni di CO2 bassissime (- 80%). 
I tempi cambiano e cambiano anche molte abitudini. Non ci sono più i forni a legna che erano dislocati in molti paesi, frazioni, borgate... che erano punti di aggregazione per le massaie che cuocevano il pane una volta alla settimana nei forni consortili. Ora quelle belle tradizioni, quei profumi e il sapore del pane impastato e lievitato nelle case, poi portato a cottura dal fornaio, non esistono più e per questo motivo le vecchie segherie, che con i loro scarti di lavorazione fornivano le suddette unità di cottura, hanno dovuto diversificare i loro cicli produttivi, munendosi di macchine che triturano la legna di scarto ottenendo il cippato e segatura che poi viene utilizzato nelle stufe, nelle caldaie, termostufe, in modo automatico. Questi "scarti" rappresentano la strategia dell'industria del legno, per contenere i costi i costi industriali legati alla produzione di pannelli per i mobilifici piuttosto che truciolati pressati.
 
 
COSTI DI ESERCIZIO
 
Quanto si risparmia con la legna?
Utilizzando caldaie a legna a fiamma rovesciata, piuttosto che il sistema OBITECH ONE, comparati con i costi di esercizio di caldaie alto rendimento a combustibili liquidi o gassosi, 
l'uso della legna per il riscaldamento domestico, si traduce in un risparmio energetico e grande contenimento dei costi nel pieno rispetto del patrimonio ambientale. 
La seguente tabella mette a confronto i costi dei principali combustibili attualmente usati, chiarendo con la maggiore approssimazione possibile, quale sia la reale possibilita' di risparmio per l'utente a oggi.
 
Tabella 1A

Attenzione: visto il continuo rincaro dei combustibili fossili è praticamente impossibile aggiornare la tabella sopra che deve essere intesa come indicativa. Il rapporto di "convenienza" passando alle biomasse legnose, è comunque conveniente!!

!  Con le biomasse legnose (cippato-pellet) si risparmia di più... molto di più, soprattutto per coloro che vivono in campagna o svolgono attività agricole: ovvero se la "materia prima" è presente o disponibile sul luogo. Viceversa, se si deve acquistare il pellet, la convenienza "sfuma" a seconda del mercato.

Tabella

 

                        NB: IL POTERE CALORIFICO PUO' VARIARE NELLE BIOMASSE LEGNOSE IN PIU’ O MENO A SECONDA DELL’UMIDITA’ IN ESSA CONTENUTA.
                              ANCHE NEI GAS E IDROCARBURI, IL POTERE CALORICO PUO' SUBIRE VARIAZIONI PER DIVERSI E SVARIATI MOTIVI.

Questo sito utilizza cookies per monitorare l'attività web del sito. Per avere ulteriori informazioni, consulta la nostra cookie policy. To find out more about the cookies we use and how to delete them, see our privacy policy.

I accept cookies from this site.

EU Cookie Directive Module Information